venerdì 5 aprile 2013

La rivoluzione della dignità






 al Forum Sociale Mondiale di Tunisi

“Rivoluzione della dignità”: cosí la chiamano in Tunisia e cosí la gente prova a viverla e assumerla e portarla avanti. Sono tantissimi giovani che si affacciano per la prima volta al mondo con la voglia matta di scoprire e cambiare l’umanità. “In quarant’anni che sono in Tunisia non ho mai visto cosí tanti giovani appassionarsi al destino del paese, a darsi da fare e impegnarsi per la giustizia, per i diritti umani e per un mondo migliore possibile” mi confida Suor Helene, piccola sorella di Charles de Foucauld.

E’ un momento storico con le donne che gridano all’inizio del World Social Forum il dolore dei figli martiri che hanno dato la vita per vedere la luce di un avvenire diverso. Donne intrepide che sono disposte a tutto per non lasciarsi rubare la rivoluzione. “Vogliono farci credere che la rivoluzione é finita” e invece la lotta continua...perché quello che é cambiato é “soltanto” la possibilità di esprimersi, la libertà di organizzarsi, protestare e collaborare alla trasformazione del paese. Non é poco! Anzi sono gli albori di una nuova era...ma la disoccupazione, i prezzi delle materie prime alle stelle e la miseria delle periferie e del nord del paese tengono ancora in scacco la Tunisia.

L’islam si mette in dialogo e vuole aprire strade nuove insieme ai cristiani e a tutti coloro che credono in un altro mondo possibile. Hassan prende la parola nel corso di una riunione del Forum e grida: “Continuiamo a costruire moschee...dobbiamo invece costruire il paese e essere al fianco di tutti gli impoveriti della terra. Questa é la nostra grande sfida comune che richiede una risposta collettiva”. Gli stand pullulano di giovani e associazioni che vogliono costruire democrazia. Dora che incontro sull’autobus mi confida: “Stiamo imparando la democrazia, serva tempo, ma stiamo cambiando la nostra storia. Sono fiduciosa”... e cosí tantissimi altri.

La parola che più ritorna nelle strade e nel campus universitario di Tunisi, che ospita il Forum, é solidarietà. Con un popolo che spera e si impegna per il suo nuovo destino. E noi, da ogni parte del mondo per esserci, al fianco a dare coraggio, a sostenere, fare il tifo. Cosí la “rivoluzione della dignità” prende altri spessori e orizzonti. Che fanno gridare i giovani algerini per denunciare il loro governo che ha bloccato 300 persone dirette al WSF. Che mettono in moto le speranze degli egiziani che hanno preso spunto dalla rivoluzione tunisina per seguirne le orme. Che entusiasma i latinoamericani carichi delle novità di nuovi esperimenti politici ed economici. Che fanno marciare speranze e sogni di gruppi, movimenti, associazioni che vogliono urgentemente un altro mondo quanto mai necessario. E che si mettono insieme. Per contagiare e trasformare il mondo.

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